Parlando coi nostri genitori, di apparecchiature hi-fi e confrontandoci con la loro generazione o
quelle precedenti un componente del quale sapranno dirci poco o nulla sarà il DAC. Anche voi
lettori che siete giovani e appassionati forse non avete ben chiaro cosa sia un DAC.
Se ne sente spesso parlare in diversi ambienti dedicati all’elettronica consumer, ma forse non sapete
esattamente qual è il suo compito all’interno di una catena audio. Un DAC, o più precisamente un
Digital/Analogic converter, è un apparecchio in grado di convertire un segnale digitale composto da
“1” e “0” in un valore di tensione, un valore analogico.
Se avete un impianto vintage con un giradischi, quando riproducete un disco in vinile e la punta
della testina tasta i solchi del disco, genera un microvoltaggio, il microvoltaggio dalla testina
viaggia verso il pre phono che ha il compito di amplificarlo quanto basta per darlo in gestione
all’ingresso di un amplificatore che dopo averlo amplificato lo invierà ai nostri diffusori che ci
regaleranno ore di suoni ed emozioni. Bene, in questo caso il vostro sistema è completamente
analogico, dalla sorgente, il giradischi, ai terminali di riproduzione, i diffusori, il segnale viene
gestito in forma analogica.
Con l’avvento dei CD prima, ed ancora più ora con l’era della musica liquida, le nostre tracce
preferite sono registrate e riprodotte in formato digitale, ciò significa che è necessario un
componente che trasformi questo fiume di uno e di zeri in un segnale gestibile dagli ingressi di un
amplificatore. A questo punto entra in gioco il nostro amico DAC, dato un segnale digitale in
ingresso, fornirà un segnale analogico in uscita.
Detto cosi sembra tutto facile e scontato, ma niente è in realtà più sbagliato. Infatti se nell’ambiente
digitale possiamo stare tranquilli perché il segnale è pressoché immune dai classici disturbi che
assillavano le generazioni precedenti, una volta cominciato il processo di conversione è bene sapere
che tutto quello appena detto decade, il segnale diventando analogico diventerà anche sensibile ai
disturbi elettrici.
Un DAC è in realtà uno strumento molto complesso, deve essere progettato con cura e deve
utilizzare componenti pregiati, soprattutto nella sezione analogica. Alimentatori schermati,
condensatori di qualità sono solo alcuni accorgimenti che i progettisti adottano per mantenere pulito
il segnale analogico. Oggi un DAC può essere considerato il cuore del sistema, la sorgente ormai
non ha più molto valore, tant’è vero che si utilizzano dei comuni PC oppure dei lettori di file stand
alone.
Lavoro vero lo si lascia in mano al DAC che in funzione di un segnale digitale deve sapere
ricostruire un segnale analogico preciso e corretto, più il dac lavora bene ed è di qualità più
durante l’ascolto il nostro palcoscenico virtuale acquisterà profondità, ampiezza e maestosità. Il
DAC deve essere capace di prendere il puro ma freddo e insensibile segnale digitale e trasformarlo
in un armonioso segnale analogico, caldo accogliente e perfettamente godibile dalle nostre
orecchie.
Per ulteriori informazioni visitate il sito HIFI Prestige.
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