In occasione della commercializzazione della piccola Twizy, Renault ha pensato bene di proporla al pubblico con una serie di eventi che hanno coinvolto un pò tutta Italia. Ultima della serie, è la "Grande prova Twizy", un test drive di 24 ore per poter guidare il primo Urban Crosser completamente elettrico. Naturalmente una simile occasione, non poteva scapparmi e così ho provveduto a fissare un appuntamento tramite il numero verde 800124830. Si lasciano i dati che l'operatrice vi chiede e si fissa un appuntamento, in base alla disponibilità della concessionaria.
PRIME IMPRESSIONI
La Twizy ha la forma di un uovo (2,34 m di lunghezza, 1,24 m di larghezza), a metà tra uno scuterone ed una citycar, riesce a prendere il meglio delle due categorie: l'agilità e la comodità. Due le versioni, 45 e 80 e tre allestimenti: Urban, Color e Technic. Il modello da me provato è la Technic 80 (13 kW / 17 cv, 57 Nm), di colore bianco, tetto nero e portiere con applicazioni che ripropongono l'effetto Carbon look. La plastica le fa da padrona, ma non potrebbe essere altrimenti considerando che è stata progettata esclusivamente per la città. La parte anteriore raccoglie un paraulti sporgente con una piccola botola dove si trovano il cavo di corrente lungo 3 metri ed il contenitore per l'acqua del tergicristallo. In alto in bella vista il logo Renault, con i due fari circolari. Molto più equilibrato e armonioso il posteriore, con le luci posizionate in alto ed un paraulti piccolo e rotondo che raccoglie la targa. Cerchi in lega diamantati di serie, bellissimi, con quattro freni a disco e passaruota sporgenti. Personalmente non mi sono piaciute le parti meccaniche delle sospensioni in bella vista, una copertura, anche minima le avrebbe salvate da occhi indiscreti e dagli acquazzoni invernali. Ad effetto scenico le porte ad ala di gabbiano, leggerissime da aprire dall'interno (dall'esterno basta infilare la mano nell'abitacolo per trovara la maniglia). Optional che consiglio vivamente se si pensa di utilizzare la twizy anche in inverno. La protezione contro il vento ed il freddo è appena sufficiente ed in condizioni climatiche avverse, bisogna coprirsi per bene (come per uno scooter...), figuriamoci senza le porte! Gli ingombri sono minimi, nessun specchietto retrovisore interno, non c'è nessun lunotto posteriore. Ma in compenso gli specchietti laterali sono molto grandi e ripiegabili manualmente ed è possibile fare retromarcia senza nessun problema. Attenzioni ai passaruota, sporgono vivamente dalla carrozzeria e non si notano. Basta sporgersi dalle portiere ed il gioco è fatto.
PLANCIA E ABITACOLO
L'accesso all'abitacolo per il guidatore è facile e comodo, soprattutto per le persone alte, che spostano il sedile indietro. Un pò meno per chi preferisce una guida più raccolta in quanto nell'uscire potrebbe trovarsi di fronte la porta aperta, ma basta farci l'abitudine e tutto passa. Vera impresa da contorsionista per il passeggero posteriore: obbligato a salire solo dal lato destro, in quanto da quello sinistro c'è la cintura del guidatore che da solo fastidio, trova il suo posto, in un piccolo sedile, con una parte dello schienale imbottita ed un poggiatesta fisso. Nonostante lo spazio sia limitato, bisogna ammettere che twizy sfrutta ogni cm dell'abitacolo per rendere il viaggio più comodo possibile. Le gambe trovano spazio lateralmente al sedile anteriore, in due spazi sagomati. Anche in questo caso, la plastica copre totalmente lo spazio a disposizione per il passeggero, ovvio che nel salire e scendere si tenderà a sporcare facilmente. Per un "fissato" come me, l'occhio cadrà sempre li, chissà se ne tra gli optional esistono dei tappettini...nello schienale del
passeggero c’è un vano supplementare di 31 litri.
Il massimo della sicurezza ovviamente con cintura a tre punti per il passeggero e quattro punti per il guidatore. Il sedile anteriore è formato in unico blocco, com poggiatesta incorporato e schienale che riprende il colore della carrozzeria. Molto comodo, anche dopo tanti km, anche se esposto ore al sole, non si surriscalda più di tanto. La zona pedali è sufficientemente larga, ed il poggiapiede sinistro, ha una buona pianta per accogliere anche un 45 di numero. Anche in questo caso, trovo che la twizy abbia sfruttato il massimo dello spazio. Sulla plancia ci sono due cassetti rispettivamente di 3,5 litri e 5
litri con una presa di corrente da 12 volt, quello destro può essere riservato in quanto chiuso con chiave. Due reti ferma oggetti all'altezza delle ginocchia. Semplice e senza fronzoli, il cruscotto: totalmente digitale, risulta sempre ben visibile. Sterzo dalla corona piccola e di plastica, guardandolo da l'impressione che il clacson si trovi al centro, ma come quasi tutte le francesi, il clacson si aziona tramite il pulsante posto alla fine della levetta sinistra per le luci (attenzione a non esagerare perchè la tromba del clacson è come se fosse all'interno dell'abitacolo...) Per completare, parliamo dei tre tasti posti sulla plancia. Il primo di colore rosso, aziona l'hazard mentre gli altri due, danno il movimento alla twizy. D per la marcia e R per la retromarcia. Premuti insieme, mettono l'auto in folle.
ALLA GUIDA
Come scrivevo prima, la twizy è una via di mezzo tra un due ruote ed una quattro ruote. Stà di fatto che, in ogni condizione, la guida risulta sempre divertente e stimolante. Prima di tutto, come si accende: Girate la chiave alla vostra destra, il cruscotto si accenderà e vi segnalerà la carica residua con una pila stilizzata, tipo quella dei cellulari. A questo punto, si preme il freno, e si gira di nuovo la chiave, come per metterla in moto e si udirà un cicalino che vi segnalerà lo stato dell'auto. Premete il tasto D alla vostra sinistra ed accelerate, il gioco è fatto! Il motore elettrico, anche se dotato di soli 17 cv, fa il suo dovere: totalmente silenzioso fino a 30 km/h, incominia a far sentire il suo ronzio progressivamente. A parte una leggera lentezza nelle partenze in salita, premendo il pedale con decisione, ha una buona accelerazione arrivando con decisione a circa 80 km/h. Anche la ripresa sembra essere adeguata alle condizioni di utilizzo. Renault dichiara un'autonomia di 100 km, ma con un uso allegro e in compagnia, l'autonomia scende a cira 80 km. I tempi di ricarica sono di circa 3 ore e mezza. E' sufficiente collegarla con il cavo alla presa di corrente domestica di 220 Volt oppure alle future colonnine Enel che dovremmo avere in città. Il parabrezza copre bene dal vento, ed è dotato di tergicristallo a due velocità, il passeggero invece, complice la sua posizione arretrata, è più soggetto al vento e al freddo. Le sospensioni risultano sempre un pò dure in ogni situazione, soprattutto durante un tragitto con pavé sconnesso, ma non così tanto da risultare fastidiose. C'è da dire però che proprio grazie a questa loro rigidità, la twizy acquista una tenuta di strada precisa che difficilmente metterà in crisi il guidatore. Lo sterzo mi è sembrato abbastanza preciso e molto leggero. Ovvio che nessuna servoassistenza si trova a bordo, di conseguenza, dovrete abituarvi a dei freni duri da gestire ma comunque potenti grazie ai quattro freni a disco. A tal proposito da non sottovalutare il sistema Kers/Srec per il recupero
dell'energia in frenata. Dal cruscotto potrete notare una freccia rivolta verso la batteria che comparirà ogni volta che si sta recuperando energia.
CONCLUSIONI
La piccola Twizy ha tante frecce al proprio arco. Una su tutte, quella di essere totalmente ecologica, niente benzina! Le sue dimensioni la rendono adatta alla città, ideale da parcheggiare anche in un buco. La semplicità di utilizzo la rende ideale per tutti: dalla ragazza che ha poca dimesticchezza con le auto, alla persona di una certa età che predilige l'auto piccola che abbia la possibilità di poter raggiungere anche zone della città a traffico limitato. E poi c'è da dire che è divertentissima da guidare!
Attenzione però: la Twizy è omologata come quadriciclo, quindi non può viaggiare in autostrada o in tangenziale. Questo potrebbe essere un piccolo limite per chi aveva pensato di comprarla per raggiungere il posto di lavoro fuori città e poi c'è l'autonomia! Circa 80 km, personalmente sono pochi e se abbiniamo il fatto che non ci sono colonnine dell'Enel sparse di qua e di la, diventa problematico poterla usare, soprattutto qui al sud in ritardo con questa tecnologia.
Ciò nonostante, sono fiducioso nella suo successo. Il pubblico ha risposto bene a questa novità e mi sembra proprio il caso di dare un calcio al passato e vedere oltre i nostri limiti. Chissà, forse un giorno al posto di dire "l'erba del vicino è sempre più verde" diremo: la Twizy del vicino è sempre carica?
Si ringrazia la concessionaria Renault Center srl di Salerno, ed il Sig. Vincenzo Vistocco per la disponibilità e la cortesia.
Bella prova! Mi hai fatto venire la voglia di provarla! Grazie!
RispondiEliminaMolto interessante! A me non convince come auto elettrica, però magari se la provo cambio idea.
RispondiEliminaIl problema è proprio quello che hai menzionato tu: dove cavolo la ricarichiamo se non abbiamo il garage con la presa?
RispondiEliminaIl Codice della Strada, contrariamente a quanto si creda, non vieta affatto l’accesso alle autostrade ai quadricicli, ma ne limita il peso minimo. Possono avere accesso alle autostrade, alle tangenziali ed alle strade secondarie importanti (per queste definizioni si vedano gli artt. 2 comma 2/A e 2 comma 2/B del Codice della Strada) solo i quadricicli con una massa a vuoto superiore a 400 kg o con massa complessiva superiore a 1300 kg (art. 175 comma 2/b del Codice della Strada). I nostri amati quad, che non vengono considerati direttamente come soli veicoli “da soma”, non hanno la dicitura sulla carta di circolazione recante la massa a vuoto e riportano quasi sempre la massa complessiva, cioè quella del veicolo, il carico omologato e gli eventuali passeggeri. In genere, ripetiamo, i quad in commercio non rispettano i requisiti minimi per circolare sulle autostrade e sulle tangenziali.
RispondiElimina@Remastered CYCLE: grazie per le info!
RispondiEliminaProvata la settimana scorsa e condivido quanto scritto da te! Il prezzo sarà anche interessante, però non mi piace il fatto che debba pagare il noleggio della batteria. Anche se si tratta di solo 50 euro circa, è una seccatura secondo me.
RispondiEliminaUn problema secondo me e anche il fatto che l' impianto elettrico rimane attivo anche senza chiave (come tutte le francesi).
RispondiEliminaMa tutti possono girare il devo luci e lasciarti cosi senza carica
Basterebbe che il blocchetto di accensione avesse due posizioni: la prima per rimanere tutte le funzioni attive, può tornare utile (esempio l'hazard..) pur senza rimanere le chiavi vicino, l'altra invece quando si parcheggia e disabilita tutto.
EliminaCHE CAVOLATA COLONNINE ENL NON C'è SOLO ENEL IN ITALIA PER FOTURNA SE APSTTIAMO CHE INSTALLINOO QUELLE SCHIFEZZE ,QUANDO ALTRI FORNITORI HANNO COLONNE DI RICARICA BELLISSIME
RispondiEliminaè ORA CHE I COMUNI INSTALLINO LE COLONNINE DI RICARICA .COSA ASPETTANO? è ORA CHE FACCIANO QUALCOSA DI UTILE PER L'AMBIENTE .E SPERIAMO NON SIANO COLONNE DI RICARICHE ENEL TROPPO BRUTTE CONDIVIDO L'ANONIMO SONO PROPIO ORRIBILI
RispondiEliminamustafa cosan mümin cosan mümün cosan ahmet cosan ali cosan
RispondiEliminamusa cosan mesut cosan , mahmud cosan mahmut cosan mustafa cosan ahmet cosan ali cosan ope opa samsun polis polizei zoll ´
RispondiEliminabonn bochum